Con una conferenza stampa, Maurizio Innocenti, presidente nazionale dell’Anva, ha evidenziato i rischi legati all’applicazione di tale direttiva che, se applicata, metterebbero in seria difficoltà undicimila imprese nella sola Toscana e diverse centinaia di migliaia di addetti a livello nazionale.
“Proprio per ovviare a tale rischio – ha rilevato Innocenti – l’Anva si è adoperata a livello nazionale e a livello locale, affinché dal provvedimento venga eliminato il riferimento al commercio su area pubblica che, di fatto, è estraneo alla direttiva in oggetto”.
L’azione dell’Anva ha determinato un primo risultato nella mozione che mercoledì 13 aprile è stata approvata all’unanimità nella seduta del Consiglio Regionale.
Intervenendo alla conferenza stampa, la Presidente della Commissione attività produttive della Regione Toscana, Caterina Bini, ha posto l’accento proprio su questo aspetto.
“Che il commercio su area pubblica sia stato inserito in questa direttiva – ha detto – è una evidente anomalia. La mozione presentata da un gruppo di consiglieri del PD ha ottenuto il voto unanime del Consiglio regionale, a dimostrazione che quando si opera sul concreto, sui problemi reali del territorio e delle imprese, si riesce a ottenere una unità di intenti, indipendentemente dall’appartenenza politica”.
La Toscana, che è la prima regione ad approvare un pronunciamento chiaro sulla Bolkestein, ha dato il via a una serie di iniziative che investiranno altre regioni, in modo da giungere a un definitivo pronunciamento favorevole agli operatori su area pubblica.
“Occorre ricordare – come ha sottolineato Giulio Sbranti a nome della Confesercenti Regionale – che nel caso di una applicazione "integrale" della direttiva migliaia di venditori ambulanti e commercianti su area pubblica, le cui concessioni potrebbero essere messe in discussione, sarebbero fortemente penalizzati, rendendo vani i diritti acquisiti maturati negli anni, spesso con sacrifici ed investimenti legati alla valorizzazione dello spazio occupato”.
“Proprio per ovviare a tale rischio – ha rilevato Innocenti – l’Anva si è adoperata a livello nazionale e a livello locale, affinché dal provvedimento venga eliminato il riferimento al commercio su area pubblica che, di fatto, è estraneo alla direttiva in oggetto”.
L’azione dell’Anva ha determinato un primo risultato nella mozione che mercoledì 13 aprile è stata approvata all’unanimità nella seduta del Consiglio Regionale.
Intervenendo alla conferenza stampa, la Presidente della Commissione attività produttive della Regione Toscana, Caterina Bini, ha posto l’accento proprio su questo aspetto.
“Che il commercio su area pubblica sia stato inserito in questa direttiva – ha detto – è una evidente anomalia. La mozione presentata da un gruppo di consiglieri del PD ha ottenuto il voto unanime del Consiglio regionale, a dimostrazione che quando si opera sul concreto, sui problemi reali del territorio e delle imprese, si riesce a ottenere una unità di intenti, indipendentemente dall’appartenenza politica”.
La Toscana, che è la prima regione ad approvare un pronunciamento chiaro sulla Bolkestein, ha dato il via a una serie di iniziative che investiranno altre regioni, in modo da giungere a un definitivo pronunciamento favorevole agli operatori su area pubblica.
“Occorre ricordare – come ha sottolineato Giulio Sbranti a nome della Confesercenti Regionale – che nel caso di una applicazione "integrale" della direttiva migliaia di venditori ambulanti e commercianti su area pubblica, le cui concessioni potrebbero essere messe in discussione, sarebbero fortemente penalizzati, rendendo vani i diritti acquisiti maturati negli anni, spesso con sacrifici ed investimenti legati alla valorizzazione dello spazio occupato”.